Uno studio dell’Università di Zurigo, ha evidenziato che i residui di brillantante presenti in utensili, piatti e posate dopo averli lavati in lavastoviglie possono danneggiare lo strato di cellule che riveste il tratto intestinale e controlla le sostanze che entrano nel corpo, ovvero la barriera epiteliale. Malattie infiammatorie intestinali come colite, sindrome metabolica e obesità sono associate a questa alterazione della sua funzionalità.
Perchè accade questo? I ricercatori si sono accorti che non esiste un secondo risciacquo nella lavastoviglie per rimuovere i residui di brillantante e quindi le sostanze potenzialmente tossiche rimangono sui piatti.
Quando le stoviglie vengono riutilizzate, il residuo chimico oramai secco può facilmente essere ingerito, finendo nel sistema gastrointestinale.
E l’accumulo di questi composti attraverso l’ingestione involontaria potrebbe rappresentare un rischio per la salute a lungo termine, anche se i livelli sono regolamentati e considerati sicuri in piccole quantità. Anche per i più piccoli il rischio di esposizione è molto elevato, poichè il loro sistema immunitario e il tratto gastrointestinale sono ancora in fase di sviluppo, rendendoli più vulnerabili agli effetti di queste sostanze.
Anche per i piatti a mano vale lo stesso discorso, anche se si usa il detersivo liquido. Questo residuo è difficile da eliminare completamente, soprattutto se usiamo grandi quantità di sapone o non risciacquiamo con cura.
Quindi come fare per ovviare a questo?
Una prima soluzione per i piatti a mano, è quella di utilizzare meno detersivo e risciacquare con acqua calda per toglierlo quanto più possibile; ancora meglio sarebbe utilizzare detersivo ecologico e biodegradabile.
Oppure si può strofinare una spazzola con fibre vegetali sul nostro sapone di Marsiglia e levare lo sporco con facilità.
Per la lavastoviglie, invece, si può autoprodurre il brillantante; bastano 15gr del nostro acido citrico in 100ml di acqua demineralizzata e il gioco è fatto.
Sono piccole pratiche quotidiane che ognuno di noi può adottare, per prendersi cura della nostra salute, dei nostri cari e dell’ambiente circostante.
https://www.jacionline.org/article/S0091-6749(22)01477-4/fulltext
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